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Progetti hi-tech
Costruiamo il giradischi
Di IW0GZP
Quello che sto per presentarvi, e' un progetto che un po' ricorda la mia giovinezza, ma soprattutto la mia smodata passione per l'alta fedelta'.
Era il lontano ottobre 1989 ed il mio desiderio per un giradischi " HI END" era fortissimo, ma, anche i prezzi di tali componenti erano per il periodo fuori misura. Per coloro che hanno la mia eta' ( o piu' ) e' facile ricordare i miti piu' adorati -- Oracle, Thorens, Stanton, shure, Sme, Linn Sondek, Martin Logan, Bartolomeo Aloia, Nad, Krell, Sonus Faber ....mi fermo alrimenti alimento sogni e sensazioni senza limiti, erano strutture impossibili con disegni avvenieristici e pensieri ingegneristici degni di adorazione. Poi esistevano i miti piu terreni, ricordo che uno dei piu' quotati era il technics sl1200 mkII; un giradischi con motore a trazione diretta che per anni e' stato un leader di vendite soprattutto nel professionale.Tra queste fasce di apparati, si inseriva un prodotto di estremo rispetto che pero' per me era comunque solo un sogno: il Thorens TD160 MKII.
Una delle note meno piacevoli era comunque data dal fatto che Internet non c'era, quindi le informazioni dovevano essere raccolte in modo alternativo.
Iniziai con una fase di ricerca, proseguita poi da una di disegno, a manella,[ i cad erano solo per gli studi di ingegneria (quelli evoluti! )] ma anche se qualche disegno e' andato smarrito i piu' belli sono riuscito a salvarli; poi la fase meccanica vera e propria con la costruzione dei singoli pezzi.
Vi ricordo che in quel periodo il giradischi era composto di solito da tre componenti: il giradischi, il braccio, la testina; quindi anche l'aver comperato (con enormi sforzi) il solo giradischi non si era concluso un granche', il trittico del periodo era: Thorens, TD 160 + SME IV + Stanton.
Fu cosi' che un po' per gioco un po' per rabbia iniziai lo studio di un giradischi che potesse essere autocostruito.
Vi posso assicurare che la costruzione di un simile apparato, braccio compreso, e' un'impresa davvero titanica, tenuto conto di avere un tornio parallelo "NOSOTTI Italiano" e non un tornio automatico CNC. Ogni pezzo e' stato realizzato con la massima cura, specie il piatto. Fuso per ben tre volte ( in pieno agosto) in lega di alluminio e zinco, tornito e controllato al comparatore per avere delle tolleranze non superiori a qualche centesimo di millimetro.
Il contropiatto e' bellissimo in metacrilato (a strati poiche' il blocco unico non sono riuscito a reperirlo) tenuto insieme da "qualche bulloncino". Il cuscinetto del piatto e' stato ricavato da un blocco di bronzo fosforoso ed al suo interno, onde ridurre gli attriti, una sferetta di cuscinetto.
Il perno e' in acciaio inox ad alto contenuto di nichel e cromo ( e' di una durezza unica ) il problema fu infilarlo nel cuscinetto poiche' ricordo, che, con un solo filo di olio si comporto' come un pistone idraulico e per mandarlo giu' ci volle del tempo.
La costruzione del braccio ha creato diversi problemi, tanto che ad un tratto, totalmente demoralizzato decisi quasi di abbandonare, poi pian piano grazie anche all'adozione di cuscinetti di provenienza "AVIO" le cose sono andate per il verso giusto.
Il controtelaio e' flottante rispetto al mobile esterno ed e' isolato mediante tre molle in acciaio smorzate con gomme siliconiche; anche il supporto del motore e' montato in maniera solidale ma non troppo con il controtelaio, cosi' che le vibrazioni del motore non influissero troppo, con eccesivo aumento dellla rumorosita'.
Il motore, sincrono, e' un ricambio originale del Thorens ed e' completo di puleggia con frizione (ancora oggi mi chiedo come riuscii ad acquistarlo).
Unica cosa mancante, che ad un esperto audiofilo sicuramente non sfuggira' e' il controllo di antiskating (molto semplice da realizzare se contruito a filo e peso ), un controllo molto importante che serve ad annullare la forza centripeta che attira verso il centro del disco la testina con conseguente non uniforme tracciatura del microsolco.
Come penso sia chiaro da intuirsi, un tal progetto e' assolutamente irrealizzabile, almenoche' non esistano ancora oggi dei "soggetti da ricovero" come me a quel tempo.
Anch'io oggi a distanza di ben 16 anni dall'inizio di quel progetto mi chiedo: perche' l'ho fatto??? Ebbene posso assicurarvi che sono fiero di averlo costruito, di aver speso del tempo ad assemblarlo, e come potete vedere, ancora troneggia in bella mostra sul mobiletto del mio impiantino hi fi.
Le prove d'ascolto sono state molte, e molte le delusioni ricevute da cattivi apprezzamenti di audiofili della mia zona, sino al giono del riscatto: riuniti a sorpresa tutti gli "esperti" in una sala acusticamente trattata e posti innanzi ad una prova a doppio cieco tra un Linn (LP 12) ed il brutto anatroccolo, quasi nessuno e' riuscito a carpire delle differenze sostanziali d'ascolto: fu una grande rivincita morale.
Mino.
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